Il carbone artificiale o anche carbonella è un combustibile prodotto dal processo di carbonizzazione della legna, che consiste nella trasformazione di un composto organico in carbone. È un processo naturale che avviene durante la combustione della legna in presenza di poco ossigeno.
La produzione del carbone vegetale avviene con una tecnica che permette di togliere la quantità corretta di ossigeno al processo di combustione della legna, in modo da evitare da una parte che il fuoco si spenga e, dall'altra, che il fuoco prenda vigore e bruci la catasta di legna.
La tecnica più diffusa è quella del pojat o carbonaia: su uno spiazzo di circa 20 m2 (chiamato ial) si pone al centro un palo di circa 10 cm di diametro alto circa 3 metri; attorno si costruisce un castello (o canina) con pezzi di legna lunga circa 20 cm poggiati orizzontalmente gli uni sugli altri a quadrato e su questi si accatasta tutto attorno la legna fatta di bastoni della lunghezza di circa un metro, formando un cono a cupola alto circa due metri e del diametro di circa 6 metri; ai piedi all'esterno si costruisce una siepe di rami d'abete intrecciati alta circa 30 cm e dello spessore di circa 10–15 cm con lo scopo di consentire la circolazione dall'esterno all'interno della quantità di aria idonea ad assicurare la giusta cottura.
Si ricopre quindi il resto con fogliame tenuto fermo con dei bastoni e si aggiunge uno strato di terra per impedire il contatto diretto dell'aria con la massa legnosa. A lavoro finito si sfila il palo centrale e nel foro lasciato libero, che funge da camino, si fanno cadere delle braci accese fino a innescare la combustione, che poi va regolata chiudendo il camino con pezzetti di legna, foglie e terriccio per far uscire il fumo molto lentamente dall'intera superficie esterna del pojat. Il processo di carbonizzazione poteva durare fino a 5 o 6 giorni. Nelle carbonaie si accatastano in genere dai 30 ai 40 quintali di legna da cui si ricavano dai 6 agli 8 quintali di carbone.
Sacchetto da 8, 20 e 40 litri |